Marcovinicio è un personaggio d’altri tempi uno di quei pittori italiani che si sarebbero potuti incontrare a Parigi nei primi anni del novecento. Totalmente invasato della pittura, la vive come uno stile di vita, non come una professione, ma piuttosto come una chiamata religiosa a compiere un cammino per quanto arduo e difficile possa essere. Lontano dalla metropoli nella sua Domodossola inventa un’alchimia quotidiana trasformando le montagne in un limite metafisico; le facce, come in questi disegni, sono quelle di un pazzo che nasconde il volto in un’improbabile foulard, quasi a celarsi dal mondo e diventando lui stesso profilo di una montagna - montagna umana ma incomprensibile, irraggiungibile.